ELSO raccoglie i suoi mille pezzi
Elso, alias Luca Cascella, artista appartenente al roster INRI, torna a far parlare di sé con un nuovo progetto intitolato “In Mille Pezzi”, in uscita venerdì 30 aprile 2021. L’artista, classe 1989 (anno di nascita che dà anche il titolo al disco d’esordio) ha ideato un modo diverso e alternativo per pubblicizzare il lancio del suo nuovo progetto. Perché, di questi tempi dove tutto ormai è scontato, bisogna guardarsi dentro e trovare quella scorciatoia che conduce alla parte più intima di se stessi. Lui è riuscito nel suo intento. Luca ha infatti regalato ai suoi fan un puzzle da ricomporre, un messaggio di speranza per tutti quelli che hanno il cuore a pezzi, magari per un amore finito male, per la perdita di un familiare, per il lavoro, per infiniti motivi. Tranquilli, c’è sempre un modo per guarire dalle proprie ferite. Iniziate con il raccogliere i vostri pezzi…
Ciao Luca, prima di tutto ti chiedo come stai? È stato un anno particolare ma decisamente produttivo per la tua musica.
Eccomi! Sto bene, è stato un periodo importante in cui ho capito davvero il valore che do alla musica e alla mia vita. Ho sperimentato, provato nuovi suoni, prodotto per altri, studiato; tutte cose che ascolterete tra un bel po’.
L’unica certezza che ho è che fare musica mi fa stare bene. Non voglio mai più ragionare sulla base delle possibilità di un passaggio in radio, di una playlist su Spotify, o chissà cos’altro. Faccio musica che piace a me, con le mie influenze, senza pensare alle conseguenze.
Cosa c’è di diverso e di innovativo in “In Mille Pezzi” di Elso rispetto al passato? E perché hai deciso di chiamare così il tuo EP.
La cosa bella di questo esperimento è stata mettermi alla prova su un campo decisamente lontano da me e dai miei ascolti. Ho creduto – e credo moltissimo – nel lavoro precedente, 1989. Ci credo talmente tanto che me lo sono tatuato sul petto. Eppure ho ricevuto anche un sacco di critiche, ero arrabbiato con la vita, non mi andava bene nulla e tutto il rancore l’ho buttato lì dentro.
“In Mille Pezzi” mi ha dato la possibilità di entrare in studi dove lavorano i big della musica, mi ha dato possibilità di trattare l’amore con un tono più leggero. Ho mostrato un’altra parte di me, quella del classico ragazzo che crede nell’amore, ma che nell’atto pratico entra in contrasto con le barriere della vita. Non sempre tutto ciò che si progetta, o si desidera, poi accade. O, perlomeno, non esiste un tutto e subito, e le delusioni sono fondamentali per crescere e ripartire.
Per lanciare il tuo album hai escogitato una campagna “puzzle”. Un’idea molto originale che richiama appunto il titolo dell’EP. Come ti è venuta in mente?
Devo ringraziare Federico Dragogna (chitarrista e paroliere dei Ministri, NdR). Oramai le uscite sono tutte uguali, sempre i soliti post, le storie, le inevitabili operazioni sponsorizzate. Ma poi, nell’arco di 12 ore, tutto passa e non rimane nulla. Durante un workshop Federico consigliava di trovare il modo di lasciare qualcosa che resti impresso. Io ho quindi aggiunto anche una parte interattiva, un gioco, una metafora della vita e di questo periodo: rimettiamo insieme i pezzi e ripartiamo dai sentimenti.
E, piccolo spoiler, non è finita qui, perché con Holograph, produttore di “Ambulanza”, abbiamo creato un filtro Instagram per dare una seconda vita a questo puzzle. Ma non anticipo altro…
Hai detto che “In Mille Pezzi” è il coraggio di dire definitivamente addio a tuo nonno. Cosa ti ha aiutato a ricucire il tuo cuore in mille pezzi?
L’ultima canzone si chiama Elso. Mio nonno mi ha insegnato molte cose, nel bene e nel male, mi ha sempre fatto vedere il lato bello della vita. Da quando se n’è andato il mio bicchiere è sempre stato mezzo pieno di qualsiasi cosa assomigliasse ad alcol. Ho iniziato a vedere tutto sotto un’altra ottica, più scura e più triste.
Ma proprio quando meno te lo aspetti, le cose cambiano e il mondo torna a colorarsi. Questa canzone è per me un accettare, un convincersi che si può e si deve andare avanti lo stesso. Il tempo è troppo breve per girarsi a guardare sempre indietro. Non dimentico il passato, ma è giusto guardare avanti con consapevolezza.
Qual è la cosa che ti manca di più in questo periodo della scena musicale?
Vedo tutto molto piatto, tutto molto fedele alla linea, in realtà vorrei meno immagine e più sostanza. Mi piacerebbe sentire più voci fuori dal coro e meno scuola indie. Poi, anche se non l’ho mai visto, mi manca e vedrei volentieri un bel concerto di Oliver Tree.
Chi è Elso oggi?
Merda e Amore.