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Interviste

Saturnino ci fa ballare sull’Architettura

A ventuno anni dall’uscita di Clima, ecco il nuovo disco di Saturnino Celani intitolato Satelliti che ha dedicato al pianeta Saturno, alle sue lune e, non ultima, la sua città d’adozione: Milano. L’artista, tra i bassisti più noti e apprezzati, ma sulla scena musicale, ma non solo, anche produttore, compositore e quant’altro, ci ha raccontato questi cinque brani tra il dance e il funk: dal silenzio in studio da solista è tornato più carico che mai.

Che sensazione provi tornando a pubblicare da solista dopo ben 21 anni?
È sempre di grande eccitazione anche se che non ho mai pensato che qualcuno potesse sentire la mia mancanza in senso artistico… per questa ragione amo ironizzare sulla voce impostata degli spot dei dischi in uscita che dice sempre la stessa frase: “il nuovo attesissimo album di..” ma attesissimo da chi?

È sempre di grande eccitazione anche se che non ho mai pensato che qualcuno potesse sentire la mia mancanza in senso artistico… per questa ragione amo ironizzare sulla voce impostata degli spot dei dischi in uscita che dice sempre la stessa frase: “il nuovo attesissimo album di..” ma attesissimo da chi?

Saturnino

L’unico brano che presenta anche una traccia vocale è Milano. Considerando che si tratta di un disco di pezzi prettamente strumentali, appena la voce si inserisce, l’ascoltatore ne rimane colpito. È una scelta certamente particolare: perché avete deciso di inserire la voce solo in un brano?
La domanda più frequente delle ultime due settimane è: “MA CHI CANTA” ? Io amo rispondere che la voce narrante è la mia! E senza Auto-Tune!
Sai che la parte vocale prevista era solo quella Scat, poi appena Davide ha aperto il microfono Milano, la Moda, il Design, l’Architettura hanno sostituito le ormai obsolete UNO DUE TRE PROVA, forse perché continuavo a pensare che avremmo potuto organizzare un party di presentazione del disco proprio all’Apollo per il salone del mobile che ci sarebbe stato da li a poco.

Musicalmente Satelliti è molto diverso da Clima: cosa ti ha portato ad abbracciare sonorità così distanti da quell’album?
Mi ci hanno portato prima le emozioni uditive provocate dalla musica selezionata da Pierpaolo Peroni all’Apollo la sera del suo compleanno, ed in seguito le infinite capacità di Davide Ferrario di tradurre in suoni i miei pensieri.

Di recente in Spagna è stato organizzato un concerto al chiuso con più di cinquemila persone e, con le giuste misure di sicurezza legate al corona virus, l’evento è stato un successo. Pensi che un’iniziativa di questi tipo potrebbe funzionare anche in Italia?
Scienza e istituzioni hanno il dovere etico ed estetico di collaborare in funzione del bene della collettività.
Detto questo, spero al più presto in un ritorno ad una sana condivisione di tutte le arti, saluto e abbraccio virtualmente tutti i lavoratori dello spettacolo @bauliinpiazza

Certamente la voglia di pubblicare e lavorare a nuovi pezzi è tanta: hai già qualche asso nella manica da farci ascoltare nel prossimo futuro?
Come diceva sua immensità Frank Zappa “parlare di Musica è come ballare di Architettura” con Milano ti ho fatto ballare sull’Architettura, quindi ascolterai molto presto le prossime idee.

La recensione di Satelliti di Saturnino

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