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Svegliaginevra, nuovi talenti crescono

L’abbiamo già vista a Sanremo giovani ed ora finalmente è uscito il suo primo album “Le tasche bucate di felicità”. Ginevra, in arte svegliaginevra, ha ottenuto milioni di stream per la sua “Come fanno le onde” e oggi si racconta un po’ per noi di NoiseCloud in questa intervista. Le abbiamo chiesto di parlarci un po’ di lei, dei suoi gusti musicali e del disco pubblicato il 21 maggio per La Clinica Dischi.


Chi è “svegliaginevra”? Come ti presenti al tuo pubblico?

Per presentarmi posso dire che mi chiamo Ginevra, ho quasi trent’anni e scrivo canzoni. Questo è quello che vorrei fare per il resto della mia vita.

Il 21 maggio è uscito il tuo disco di debutto “Le tasche bucate di felicità”. Di cosa parla esattamente?
Parla di tutte le emozioni e i sentimenti che ho provato negli ultimi anni, di storie, di posti e soprattutto di persone. Ho dato tutto quello che potevo dare di me a questo disco, tutti i miei pensieri più intimi nel modo più onesto che conosco. Il titolo che ho scelto raccoglie il concetto che lega tutte le canzoni; avere in tasca la felicità e non essere in grado di custodirla.

Ho dato tutto quello che potevo dare di me a questo disco, tutti i miei pensieri più intimi nel modo più onesto che conosco. Il titolo che ho scelto raccoglie il concetto che lega tutte le canzoni; avere in tasca la felicità e non essere in grado di custodirla.

Nel disco c’è solo un featuring, quello con Apice. Ci racconti come avete deciso di collaborare insieme?
Io e Manuel (Apice) siamo come fratelli. Ci stimiamo così tanto che dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti ci siamo detti che prima o poi avremmo scritto una canzone insieme, e poi è arrivata “Barche”.

Con “Punto” hai partecipato a Sanremo Giovani, mentre “Come fanno le onde” è stata una vera hit che ha raggiunto il milione di stream su spotify. Due brani che comunque hanno riscosso successo. Cosa rappresentano per te?
“Come fanno le onde” per me simboleggia una ripartenza, è una canzone che mi dà tanta energia e coraggio. Mi ricorda tutte le volte che sono riuscita a superare le mie paure. “Punto” è il brano che ho presentato a Sanremo, già questo mi lega in maniera particolare a questa canzone. Il testo è un dialogo intenso tra due persone con il cuore a pezzi.

Hai detto che stilisticamente è figlio di tutto quello che ascolti. Cosa non manca mai nella tua playlist?
Non mancano mai le canzoni che hanno segnato la mia vita finora. Dal cantautorato di Battisti al folk di Sujfan Stevens.

Qual è il genere musicale che ascolti di più, e che si riflette nella tua musica?
Ascolto tanti generi diversi. In particolar modo tutto il filone anni 80/90.

Come descriveresti la tua esperienza a Sanremo giovani in una parola?
Costruttiva.

Quando hai capito che era questa la tua strada?
Avevo 15 anni quando ho visto la prima volta su YouTube un live di Jeff Buckley che cantava “Grace” e lì ho capito che avrei voluto fare questo. Anni dopo ho realizzato che non potevo dedicare ad altro la mia vita.

Ti vedremo presto in qualche live e/o festival?

Si, assolutamente. Con La Clinica Dischi e BPM concerti stiamo programmando diverse date per la promozione del disco ed io non vedo l’ora.

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