Kaufman, Lorenzo Lombardi racconta “Parkour (Lato A)”
Il 15 ottobre è uscito per l’etichetta INRI il nuovo album dei Kaufman, “Parkour (Lato A)”, prima metà di un progetto più esteso che ha visto la band bresciana impegnata durante l’ultimo anno. In attesa di ripartire definitivamente con la musica live e di vedere i Kaufman suonare in qualche contrada italiana, abbiamo fatto due chiacchere con Lorenzo Lombardi, cantante e autore delle canzoni.
Qui il nostro botta e risposta.
È uscito il vostro ultimo album, “Parkour (Lato A)”. Dicci due parole su questo lavoro.
Be’, penso innanzitutto che bisogna fare un disco solo quando si ha qualcosa da dire. Rispetto al nostro ultimo lavoro, “Belmondo” (uscito nel 2017 sempre con INRI, ndr), sono cambiate molte cose, in parte perché è mutato il mio stile di scrittura. Ho fatto l’autore per altri (Max Gazzè, Luca Carboni e Marianne Mirage) e questo mi ha permesso di fare continua ricerca sul mio modo di concepire musica e testi. Inoltre ho collaborato con diverse figure appartenenti al mondo indie e mainstream. L’idea è stata applicare tutto questo vissuto al disco di oggi.
E come siete oggi?
Siamo cambiati molto. Come dicevo prima, grazie al disco precedente che ha avuto una certa fortuna, ho intrapreso la carriera di autore. Il nuovo disco è quindi un po’ un riassunto di questa esperienza, che si riflette soprattutto sulle collaborazioni: tra queste, Cimini, Legno, Galeffi e Asia Ghergo. Ho avuto l’occasione di lavorare anche con Rossella Essence, che si occupa di produzione – soprattutto – di musica trap. Insomma, una serie di nomi piuttosto importanti, spesso non direttamente collegabili col tipo di musica che facciamo, ma comunque di forte valore aggiunto.
La gestazione del disco com’è stata?
Ho scritto tantissimi pezzi, avevo materiale per fare 4 dischi. Prima ideavo le canzoni e poi le portavo alla band. Il lavoro è stato proprio quello di scegliere un filo conduttore, in modo da poter poi selezionare i pezzi da inserire in questo disco e nella seconda metà che uscirà a breve (che si chiamerà “Parkour (Lato B)”, ndr). Inoltre, con questo lavoro continuo di scrittura, mi muovo costantemente nella contaminazione, altro aspetto estremamente differente rispetto al precedente disco. Qui vi è un’influenza tra diversi generi, tra cui l’it-pop ed il cantautorato.
Vi piace essere definiti it-pop?
No, nel senso che secondo me si può notare come la nostra scrittura sia piuttosto variegata per rientrare in un genere specifico. Detto questo, le categorie esistono. Noi siamo sempre perennemente sulla playlist di Indie Italia e quindi – anche giustamente – è chiaro che è l’it-pop il genere con cui veniamo identificati. È innegabile che un elemento di contaminazione c’è.
Parliamo del gin tonic, invece. È piuttosto ricorrente nei testi. Noto un certo amore per questo drink.
Sì, io sono un estimatore del gin tonic (ride, ndr). Anzi, cerco pure di frenarmi dal parlarne troppo. Diciamo che quando devo descrivere il “mood” di una serata, mi viene naturale citarlo.
Il vostro disco è pieno di riferimenti alla cultura pop. È un vostro tratto caratteristico?
Sì, ho sempre inserito nei testi elementi pop, ma c’è da dire che in questo disco c’è stata un’impennata. Il situazionismo e il citazionismo, se ci pensi, sono elementi tipici del rap. Come autore, in contesti diversi dai Kaufman, ho scritto brani al limite della trap e dell’hip hop. Nel caso di questo album, il linguaggio è chiaramente quello del pop, pur mutuando dei cliché dal rap.
Tra l’altro i riferimenti alla cultura pop si notano anche visivamente, osservando la coloratissima copertina dell’album. Mi ha ricordato certi lavori dei NOFX (band punk-rock californiana, ndr). Chi l’ha scelta?
L’abbiamo progettata insieme ad una designer, Alice Visentini, che dopo aver raccolto un po’ di idee su questo disco ha creato la cover così come la vedi. È molto brava nei collage, e il “concetto” di “Parkour (Lato A)” – secondo me – è stato reso benissimo. L’idea è proprio quella di far rivivere nella mente quel giusto mix di immagini che abbiano, per l’appunto, un immediato impatto “pop”. Anche il richiamo al punk mi piace molto. È un genere che amo e ascolto tantissimo, anche se faccio tutt’altro. In generale, mi piace pensare che la cover dell’album rappresenti tutte le sfaccettature che si ritrovano nei brani.
Un disco molto sfaccettato sia musicalmente che a livello di testi. Su questi ultimi, se vogliamo trovare un comun denominatore, ho notato un fondo di malinconia perenne…
È vero, hai ragione. È un tratto della mia scrittura. Ha una vena malinconica…
Anche ironica, direi. Ironica e malinconica…
Sì, è la giusta definizione (ride, ndr).
Che riscontro avete avuto dal pubblico dai singoli apripista dell’album (“Trigonometria”, “3 Gin Tonic” e “Universo”, ndr)?
Sono andati bene, anche grazie alla “leva” di alcune playlist di Spotify molto seguite dagli ascoltatori.
Domanda un po’ più seria invece. In che modo il covid ha impattato sul disco e più in generale su di voi come artisti?
Parecchio. La fase iniziale, quella del primo lockdown di marzo del 2020, mi aveva gettato in depressione. In quel periodo non ho fatto proprio niente, per via della troppa ansia. Superato il primo mese ho cominciato a scrivere tanto. Questo mi ha dato una spinta notevole. Ho lavorato parecchio e fatto tanta ricerca. Dal punto di vista umano, è inevitabile avvertire una certa distanza con gli altri componenti della band. Noi siamo riusciti comunque a lavorare a distanza. Ognuno provava i pezzi a casa propria e poi li univamo. Inoltre, c’è da dire che in generale si ha anche più tempo a disposizione, non potendo fare praticamente nulla se non questo.
È in programma un tour per la promozione dell’album?
L’ideale sarebbe fare uscire prima la seconda parte del progetto e poi fare il tour. Da qui al “Lato B” faremo comunque delle date. Ce le hanno chieste ed è anche bene tenersi in allenamento. Quello che mi preme di più è focalizzarmi sulla produzione del “Lato B”.
E il “Lato B” quando uscirà?
Probabilmente nella seconda metà di gennaio.
Per finire, vuoi dire qualcosa al pubblico o ai lettori di NoiseCloud?
Oddio, mi hai colto di sorpresa (ride, ndr). Invito all’ascolto del disco, spero che vi piaccia.