Intervista ai Legno, vivere la musica senza etichette
Il progetto Legno, per quanto italianissimo da un punto di vista anagrafico, mi ricorda esteticamente i Daft Punk. O, quanto meno, una loro versione un po’ più solare e umana. Sono due, portano delle maschere, due scatole sorridenti con dei buchi per gli occhi, come il tizio dei LMFAO in “Party Rock Anthem”. Poi li ascolti e vieni come catapultato all’interno di piccoli quadretti di vita vissuta, a condividere dubbi, domande, preoccupazioni, speranze.
Abbiamo fatto due chiacchiere, parlando del loro nuovo EP “Lato B” (per Matilde Dischi) e non solo.
È uscito il 2 dicembre l’album “Lato B” (che conclude il “Lato A” uscito questo maggio). Raccontateci un po’ l’idea dietro a questi due EP a così poca distanza tra loro.
L’idea della doppia release è legata al desiderio di tornare indietro nel tempo, a quando i dischi uscivano solo in vinile e la tracklist veniva divisa nei due lati del supporto. Ci piaceva molto l’idea di uscire con due lati proprio perché così avremmo avuto modo di far ascoltare con più calma i pezzi dell’intero album.
Relazioni, ansie e paranoie. Questi i principali argomenti trattati nel “Lato B”. Com’è possibile parlare di queste tematiche in maniera originale, oggi?
Rimanendo se stessi.. parliamo di tematiche che ci riguardano e che condividiamo con molti fan che ci raccontano le proprie storie personali, per noi è un modo per sfogare certe emozioni. Siamo circondati da tante cose, viviamo troppe emozioni tutte insieme e spesso capita di sentirci soli e incompresi. Per noi scrivere è una valvola di sfogo che ci aiuta ad affrontare le difficoltà, ma anche stare vicino alle persone che ci seguono. Cerchiamo di raccontarci e raccontare tutto ciò che ci circonda.
“Luna” è la mia canzone preferita dell’album, per via delle sue sperimentazioni sonore e vocali. Continuerete su questa strada nei prossimi lavori?
Cercheremo di sperimentare il più possibile, ci è piaciuto molto lavorare a qualcosa di nuovo che potesse aprire una nuova porta sul progetto Legno. Luna è una canzone importante che abbiamo potuto fare dopo una lunga riflessione in studio, aver trovato un arrangiamento diverso ha arricchito il pezzo facendolo diventare speciale.
Quali sono stati i vostri riferimenti musicalie e/o artistici per questi due EP?
Solitamente ascoltiamo molto cantautorato italiano: basta pensare alle citazioni che facciamo nei nostri pezzi, ad es. Venditti, Masini.. ma non neghiamo che le ultime cose uscite ci hanno molto interessato
Siete classificati come “indie pop”, un termine contenitore che contiene un po’ tutto. Vi piace questa definizione?
Per noi non esistono etichette nella musica leggera, una canzone o è bella o sennò non funziona e basta, a prescindere dall’etichette che vengono date. Ci piace rimanere noi stessi e scrivere canzoni indipendentemente dal genere, per noi è importante arrivare alla gente e riuscire a creare connessioni con i nostri fan.
Domanda – forse – un po’ inflazionata. Qual è il senso delle vostre maschere? Ci tenete a rimarcare la separazione artista/persona? Avete qualche modello artistico di riferimento (es. Daft Punk o altro)
No è partito tutto per gioco. Volevamo far arrivare prima le canzoni, in seguito ci abbiamo preso gusto la cosa ha iniziato a funzionare e adesso siamo eternamente grati alla scatola ce ne siamo affezionati. Ad un concerto una ragazza ci ha ringraziati perché siamo così, perché diamo importanza prima di tutto ai testi e alle parole, e per noi questa è la cosa più importante.
Sarà previsto un tour di promozione di questo ultimo EP, sulla scia di quanto fatto per il “Lato A”?
Sicuramente si quindi rimanete pronti ragazzi perché accadranno cose belle 🤩