Bull Brigade : 15 anni di “Strade Smarrite”
Si è concluso il 26 maggio uno dei tour più importanti per la scena Punk Hardcore italiana.
Parliamo dei Bull Brigade che con “Strade Smarrite” (2008) festeggiano i 15 anni di un album che ha tracciato un solco fondamentale per la musica nostrana.
In occasione della data romana abbiamo intervistato Eugenio, frontman e fondatore dei Bull Brigade.
15 anni da Strade Smarrite. 15 anni da quella Torino operaia che si raccontava in una scena hardcore nel fiore degli anni.
Chi sono oggi i Bull Brigade?
I Bull Brigade si sono saputi trasformare ed adattare. Sicuramente abbiamo una consapevolezza diversa, abbiam fatto delle scelte in primis nel riconoscere che tutto ciò che è la cultura del substrato o dell’underground è legato alla culto della giovinezza che tradotto significa : quando hai vent’anni puoi stare sempre in strada, sempre in branco e sempre pronto a reagire in qualche modo. A 40 non hai più quello smalto li e quindi cambiano le prerogative. Noi abbiamo preso solo consapevolezza che col tempo per essere credibili tutta una serie di concetti devono appartenere al nostalgismo, al nostro passato. Per cui abbiamo cambiato ed adattato il nostro sound in base a ciò che ci rispecchia oggi. “40” per esempio è un brano racconta proprio di questo.
Siamo sempre gli stessi ma con consapevolezze differenti.
In questo caos di chiusure e riaperture di spazi e centri sociali, cosa pensate oggi della scena hardcore italiana? Ci sono band che potrebbero rinnovare la scena e creare qualcosa di monolitico per nuove generazioni come lo siete e lo siete stati voi?
Aperta e chiusa parentesi: quando abbiamo scritto quel disco io non avevo la più pallida idea di cosa poteva significare nel tempo “Strade Smarrite”.
Per quello che riguarda la scena attuale beh, veniamo da un momento difficile post covid; a Torino non c’è una band che abbia meno di 30 anni e questo è drammatico. Poi si ci sono delle band fighissime, mi vengono in mente gli Stiglitz, band punk di Genova e Disco Mostro sicuramente ma perché già hanno navigato negli Skruigners. Però qualcuno che rompa gli schemi come a quel tempo no, non credo.
Le date di Londra e Berlino sono state un bel segnale per la scena. Come sono andate?
Londra e Berlino non erano in programma.
Abbiamo scelto le due città dove c’è la più alta densità di italiani che ci seguono, siamo entrati in queste due realtà per la prima volta con una produzione nostra, non eravamo parte di un festival, eravamo solo noi. E abbiamo fatto sold out! Il che è sinceramente incredibile!
“Il Fuoco non si è spento” citando il vostro ultimo disco. Quali sono i progetti futuri? Pensate che questo tour possa alimentare questo fuoco ancora di più per la nascita di un nuovo disco?
Io onestamente un piano b non ce l’ho, quindi sicuramente si.
Nel primo tour che ho fatto ero minorenne, ho lasciato tutto, non posso aver mollato gli studi e “deluso” la mia famiglia a caso. Sicuramente si continuerà e scriverò nuove cose devo solo aspettare il flusso di coscienza che mi porterà a scrivere in blocco un nuovo capitolo.
Mi piacerebbe tantissimo andare a suonare in aree e paesi che non ho mai visto, e chissà magari un nuovo disco potrà portare ad un tour proprio in quei posti!
I Bull Brigade sono sicuramente parte di una scena che fa fatica in questo momento a riemergere ma infondo forse è solo il ciclo naturale delle cose. Quel che è certo è che una band così importante ha molto altro da dire e noi aspetteremo trepidanti i nuovi lavori. Intanto posso dire di aver visto un concerto HC come non vedevo da tempo e rinnovo gli auguri alla band torinese per il quindicesimo anniversario di un disco che ci ha cambiato la vita.