Wepro ci racconta il suo esordio
Ma siamo sicuri che non ci siano alternative rock in questo decennio musicale?
Wepro ci ha fatto ricredere e lo ha fatto con l’omonimo disco d’esordio che spazia abilmente tra rock, elettronica, linee pop e tratti più intimi.
Un disco sincero e prodotto con grande cura di cui ne abbiamo parlato proprio con il cantautore.
Wepro è un disco d’esordio musicalmente molto maturo. Ci racconti la sua genesi?
Mi sono lasciato guidare dal quesito: come suonerebbe una band del futuro? Il risultato è stato raggiunto lasciando il lato sporco delle registrazioni in presa diretta da un lato, e dall’altro invece è stato estremizzato tutto ciò che era digitale. La fusione delle cose è stata bellissima, suona tutto molto moderno ma non plastico e finto. Dal punto di vista testuale si sentono ancora gli echi della pandemia e del periodo passato da solo in casa. È stato un grosso momento riflessivo, dove mi sono guardato intorno e dentro.
L’album è un film che copre due anni di vita e di esperienze personali. Cerco sempre di creare una certa connessione con chi ascolta quindi non è sicuramente un raccontare le mie storie e basta. Cerco sempre di sfruttare il mio vissuto per estrapolare qualcosa che possa mettere noi tutti sotto uno stesso tetto. In generale ho voluto chiamare questo album Wepro perchè essendo anche il primo volevo che fosse molto incentrato su me come persona. L’ho vista un pò come una presentazione, un biglietto da visita.
La tua carriera discografica inizia nel 2017. Come è cambiato Marco dal doppio Ep The White – The Black ad oggi?
Sono una persona che ha bisogno di tanti stimoli ed è molto curiosa. Credo che questa cosa si rifletta molto anche nella parte musicale. Sono sempre alla ricerca della nuova “fissa” e questa cosa mi aiuta a tenermi sempre sull’attenti, e a continuare a migliorarmi e a studiare sempre cose nuove. La curiosità alimenta la mia arte.
Le influenze nel disco sono tantissime e tutte messe al punto giusto. Quali pensi siano state le tue ispirazioni più profonde per arrivare alla costruzione di questi suoni?
Tutto il mondo del rock anni ‘90, elettronica moderna e il cantautorato italiano ed estero. Ma in generale mi faccio contaminare da tutto quello che è buona musica, dal jazz al raggae.
Ti abbiamo visto al Primo Maggio e poco tempo fa in apertura ad artisti del calibro di Tom Morello e The Cult. Cosa possiamo aspettarci nel futuro live di Wepro?
Questo è un genere che vive live e non su piattaforme di streaming, ci penso anche mentre scrivo. A differenza di altri generi il rock ha bisogno di un luogo per suonare e di gente che urla davanti, solo così si manifesta la magia. Proprio per questo motivo cercherò sempre di migliorare il mio show rendendo una vera e propria esperienza dove l’ascoltatore può dimenticarsi di tutto e viaggiare insieme a me per 1 ora.