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SANREMO 2025: LE NOSTRE PAGELLE

Ogni anno arriva quel momento dell’anno, quello in cui tutti gli expat che vivono in Italia preferirebbero tornarsene nella loro terra d’origine, pur di evitare di partecipare al più grande dibattito pubblico su scala nazionale. Stiamo parlando del Festival di Sanremo, giunto alla sua 75sima edizione. Daje.

Nuova (ahah) direzione artistica e nuovi (va beh) protagonisti, grazie alla conduzione di vintage entertainment boomer del calibro di Carlo Conti, Gerry Scotti e Antonella Clerici, per un’edizione molto asciutta nella sua prima serata (pochi ospiti, focus sugli artisti in gara).

E poi ci sono le canzoni dei big in gara, che ho ascoltato e commentato “a caldo”. Queste pagelle sono infatti frutto di una prima impressione, senza secondo ascolto, e pertanto saranno inaffidabili, come ci piace sempre. Viva la pancia, via il populismo.

Enjoy.

Gaia – Chiamo io, chiami tu
Eh Gaia, non lo so chi deve chiamare, mi sembri confusa. Ho capito che non sei la persona giusta a cui chiederlo se ho bisogno. Comunque, al di là di tutto, Gaia apre le danze col solito polpettone electro dance e so già che non ne usciremo più. Abbiate pietà, o dei del cielo.
Voto: 5

Francesco Gabbani – Viva la vita
Sbagliato mettere Gabbani all’inizio, è come servire il mascarpone con la Nutella prima degli antipasti. Non sto accostando Gabbani al mascarpone, sto più dicendo che se proprio devo fare indigestione, meglio a fine serata che subito. Il pezzo è una melassa, poco altro da aggiungere.
Voto: 4

Rkomi – Il ritmo delle cose
Fuori sta per scoppiare la terza guerra mondiale e lui canta Il ritmo delle cose e fa fare punti al Fantasanremo invece di andare al fronte a battersi per la patria. Sempre il solito Rkomi, ma lo preferivamo in versione taxi driver lanciato a cento ottantamila giri su una coupé.
Voto: 4

Noemi – Se t’innamori muori
“Scusa è tardi”, inizia così la canzone, ma in realtà è ancora presto, troppo presto. In ogni caso, è standing ovation, Noemi ha voce, forse un po’ troppo graffiata a questo giro, e il mondo già la acclama. Svetta in mezzo ai molti zombie in gara.
Voto: 6.5

Irama – Lentamente
Non sapevo che l’ammiraglio Nelson si fosse reincarnato in lui. Ma a parte le spalline glitterate, quello che percepiamo è che qualcosa si sta spegnendo, e non “ogni fottuto sentimento” – come credo a un certo punto canti – ma la nostra volontà di agire. E di pensare.
Voto: 4

Coma Cose – Cuoricini
Pezzo bum bum cha a ritmo di cuoricini e fucili. Sound molto anni ’80 e ritornello da stadio. Già prossimo tormentone delle nostre estati a schiumare per trovare parcheggio. Sicuramente meglio della media di tutto il repertorio di questa 75sima edizione.
Voto: 6.5

Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
Tono sommesso e poetico, Simone Cristicchi già di per sé non si meriterebbe Sanremo, troppo raffinato per il palato del trombone medio che bivacca all’Ariston. Il pezzo è già tra i favoriti per qualche premio di stampa e critica. Vamos Simone! Unico difetto: non si è dissociato quando Gerry Scotti ha detto di essere amico suo.
Voto: 7-

Marcella Bella – Pelle diamante
Prima quota mummia (in termini artistici, non anagrafici, malpensanti), che tuttavia ci stupisce piazzandoci il sound dance e via, tutti in pista a rimorchiare! Credo di non aver capito neanche una parola, ma che importanza ha: l’altra faccia della luna non la vedi eppure c’è (?). Te lo garantisce Marcella.
Voto: 4.5

Achille Lauro – Incoscienti giovani
“Vai Achille!”, dice il pubblico. E Achille va. Tra tutti i pezzi del nostro, questo è il più sanremese. Una ballatona da cantare con la torcia del telefono accesa. E forse – per una volta tanto – ho come la sensazione che Achille abbia trovato una sua quadra… Facendo quello che fanno tutti. Ci è arrivato pure lui.
Voto: 6.5

Giorgia – La cura per me
Una delle favorite sulla carta. La voce c’è, il pezzo anche. Giorgia, dopo un’ultima edizione un po’ evanescente, risorge più on fire di una fenice. Anche se non siamo fan della canzone italiana per così dire “tradizionale” nel caso di Giorgia c’è poco da dire: ha già vinto Sanremo, Eurovision e Milano-Cortina 2026.
Voto: 8+

Willie Peyote – Grazie ma no grazie
A inizio brano sfotte i Jalisse e per me sono già 100 punti. Lui, col suo solito stile sornione, ci elenca tutte le cose per cui è un grazie… ma no grazie. Può sembrare derivativo di se stesso (forse), meno geniale di quando portò Mai Dire Mai (La Locura), ma noi ce ne freghiamo e ancora una volta meditiamo sul perché questo artista non abbia ancora vinto un festival.
Voto: 7

Rose Villain – Fuorilegge
Per qualcuno del pubblico lei è “bellissima”, a noi piacerebbe dire pure brava. Ci proviamo allora a dirlo. Siamo a metà canzone, sto per dirlo, “brava Rose!”. Qualcosa me lo impedisce. La tosse. Qualcosa di più ancestrale. Lei stessa. Canta anche bene, ma la canzone si auto-sabota da sola.
Voto: 5

Olly – Balorda nostalgia
Olly è tornato! Capisco, non è una notizia da prima pagina. Però diamo atto al ragazzo che, rispetto alla precedente esibizione, è migliorato, sia a livello vocale sia per la proposta in gara. Abbastanza giovane e patinato per sponsorizzare qualche compagnia telefonica. Vincerà il “Premio Tim”.
Voto: 6

Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – La mia parola
I bro sono arrivati con un esercito di coriste. Canti e controcanti. Qualcuno scratcha come negli anni ’90. Triste da dire, il pezzo è anche godibile, ma questa è la dimostrazione plastica di come un certo tipo di hip hop era trasgressivo una volta, oggi è più mainstream di Marcella Bella. Comunque sufficiente.
Voto: 6+

Elodie – Dimenticarsi alle 7
Clap clap. Il pubblico prova ad andare a ritmo con questo frenetico brano di Elodie. La regina delle nostre estati pazze si prodiga nell’esecuzione di un pezzo che sembra un continuo climax ma che si rivela più un coito interrotto. Lei ci mette la voce per emozionarci, ma l’effetto è quello di una messa la domenica mattina.
Voto: 5

Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore
Massimo Ranieri è la Corazzata Potëmkin delle kermesse sanremesi. Una rottura di balle. Lui ci ricorda che ci sbagliamo a ritenerlo vecchio anagraficamente, perché le sue canzoni lo sono molto più di lui. Fossi vissuto nel Cretaceo avrei urlato alla novità. Le sue abilità canore comunque compensano (solo in parte) l’usura della canzone.
Voto: 5

Tony Effe – Damme ‘na mano
Uno dei più chiacchierati della kermesse, anche se non per motivi musicali. Come per Rose Villain, “è bellissimo”, ma a dirlo questa volta è Antonella Clerici. Forte di questo endorsement, il nostro si lancia in una incerta ballad che sembra un incrocio tra un momento di bossa nova e la musica da camera che suonano in un covo di malavitosi. Promessa mantenuta: la GenZ lo amerà.
Voto: 5.5

Serena Brancale – Anema e core
Oddio, cos’è? I primi secondi mi sono sembrati quelli di Sympathy for the Devil dei Rolling Stones. Poi sono tornato sulla Terra, comunque sta cantando Serena Brancale e non Mick Jagger, e io, non potendo prendere un bongo per stare dietro al ritmo loco e caliente, mi sono messo a sbattere la testa sulla spalliera del letto. A ritmo.
Voto: 5

Brunori Sas – L’albero delle noci
Ed eccola, la prima delle poche quote cantautorato italiano old style. Datemi del passatista, ma l’essenziale è veramente racchiuso in una chitarra acustica, una bella voce e un testo che non solo è poetico ma… ha senso.
Quanto è semplice e, al contempo, Sanremo tutto ciò?
Voto: 7.5

Modà – Non ti dimentico
Con i Modà bisogna andarci piano. L’apparenza è trash, il più delle volte anche la profondità. Ultimamente hanno portato ai vari Sanremo canzoni dalle tematiche profonde, come la depressione e la separazione. Questa premessa per dire che dei Modà ho rispetto umano, ma la voce di Kekko è inascoltabile e le melodie drammaticamente violente per l’apparato uditivo.
Voto: 4

Clara – Febbre
Clara ha vinto Sanremo Giovani nel 2023 e qui ci porta un pezzo con un ritmo che – povera, non è colpa sua – già mi sembra identico a due-tre canzoni sentite. È tardi, non abbiatemene, ma Clara appare un’Angelina Mango che farà più punti di lei al Fantasanremo ma meno punti di molti altri nel Sanremo-senza-fanta. Poi, per come è lei, crescerà con gli ascolti, magari anche con i punti, e questo commento perderà di senso. Glielo auguro.
Voto: 5

Lucio Corsi – Volevo essere un duro
Lucio Corsi non si imbarazza a dirci di voler essere un duro. E duro lo sembra, benché all’apparenza molto esile. Lui, da come è vestito, sembra un alieno, ma si sa, è lo stile della scuola, la sua. Se potessi dare una direzione alla mia pancia e una traiettoria ai brividi della mia schiena, entrambe le strade porterebbero a lui. Fenomeno.
Voto: 9

Fedez – Battito
Non partire prevenuto, non partire prevenuto, non partire prevenuto, non partire preve… Il pezzo è brutto.
Ecco, sei partito prevenuto! Brutto quanto?
Meno delle pupille dilatate di Fedez.
Passabile allora.
Poco altro da dire, Vostro Onore.
Voto: 4

Bresh – La tana del granchio
Definito un “autore della scuola genovese”, forse è ancora troppo presto per accostare Bresh a Tenco, con buona pace di Bresh (e pure di Tenco, che ormai è cibo per vermi e non si interessa di queste facezie). Lui – Bresh – è comunque bravo, il pezzo brilla per il testo, qualcosa del ritornello non va come dovrebbe. Giudizio sospeso, ma in realtà qui no.
Voto: 6

Sarah Toscano – Amarcord
Canzone dal titolo felliniano per la più giovane partecipante di questa edizione del festival. Amarcord inizia mentre io sono disteso sul letto, dopo che ho sfondato la spalliera con la canzone della Brancale. Il suo brano mi riporta a ballare in ciabatte per la stanza ripetendo frasi fighe ma senza senso come “déjà vu”, “démodé” e “amarcord”. Più giovane ma più brillante di altre meteore di questo festival.
Voto: 6

Joah Thiele – Eco
Altra quota chitarra per questo festival. E finalmente ascolto qualcosa di diverso da tutto il resto, una canzone in salsa pulp, mi ricorda “Revolver” dei Baustelle, ovviamente non altrettanto iconica. Il sound molto lento, così antitaliano e anti-Sanremo, fa il resto. Non mi importa come andrà, siamo un popolo che non merita questa canzone.
Voto: 7+        

Rocco Hunt – Mille vote ancora
Il complotto per eliminarmi da parte della direzione artistica di Sanremo lo avverto con l’annuncio di Rocco Hunt all’una meno un quarto. Io cerco di resistere e mi dico che Rocco è cambiato, mi toccherà le corde del core con il suo Mille vote ancora. Come cantava qualcuno, “il seguito prova che avevo torto”.
Voto: 4

Francesca Michielin – Fango in paradiso
Avevo alte aspettative per Francesca Michielin, e non perché nella mia squadra del Fantasanremo, ma per motivi addirittura legati a una inconscia e mai davvero psicanalizzata stima per lei, un’artista che nella mia testa gravita solo intorno a Sanremo, facendolo spesso bene. Qui lei fa la sua canzone e io me la dimentico dopo 2 minuti. Devo tornare dallo psicologo.
Voto: 5

The Kolors – Tu con chi fai l’amore
E se Rocco Hunt mi aveva parzialmente tramortito, i The Kolors come ultimo concorrente sono giunti per calare l’ascia del boia. Il pezzo da loro proposto è fuori da ogni perimetro del buon gusto e purtroppo il tranello sta lì: ti si pianta in testa, tu non vuoi, devi limitare le informazioni importanti, probabilmente perderò il lavoro perché la canterò in un momento in cui non devo. Guilty pleasure, anche se più guilty.
Voto: 5.5

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