Il 9 giugno 2023 Gazzelle ha fatto piangere tutto lo Stadio Olimpico di Roma. Flavio è un’emozione che respira, si muove, si commuove e rimane lì, sul palco, stupefatta.
Questo è stato un concerto movimentato, sin dai primi istanti: l’adrenalina l’abbiamo sentita dal minuto 0, mentre correvamo verso la tribuna Monte Mario e Gazzelle cantava “Meglio così”.
“Dentro” è un album altamente introspettivo: uno di quelli dove, traccia dopo traccia, chi l’ha scritto e prodotto ti svela un dettaglio in più di sé stesso.
Sta a te intuire di quale si tratta.
Ma questo è stato un concerto diverso perché Gazzelle non ha presentato live il suo ultimo album, bensì ha organizzato uno storytelling tra il “Gazzelle di ieri” e quello di oggi, unendoli in una scaletta che ha strutturato una storia. È sembrato assistere all’esibizione di un artista che non è mai stato altro che sé stesso e ce l’ha voluto comunicare così.
Da “Quella te” ad oggi Flavio ci ricorda quanto è bello essere umani e vivi, anche se fa male, soprattutto se fa male. L’Olimpico è stato come dire “sono tornato ma non me ne sono mai andato”.
Ci sono concerti dove conta il numero ed altri dove conta il pubblico: non ci sentiamo di dire QUANTI biglietti sono stati venduti per questa data ma QUALI.
Il pubblico di Flavio è tra i migliori: è fedele, riconoscente, grato e sensibile. Parliamo di persone che sono all’altezza dell’artista e solo per questo lui ha già vinto.
Tutto, nel complesso, ci ha fatto pensare a “Dentro per sempre” che non è un modo di dire ma una condizione emotiva, come quelle morse allo stomaco che a stento ti fanno respirare.
“Ha fatto il botto”, ho sentito dire alla fine del live, ed è vero… l’hai fatto davvero Flavio.

di Sara Schietroma e Giuliano Girlando